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La scuola

La scuola

14.07.2012 (Linguesso / Costa d’Avorio)

Giornata a Odiénné, dove possiamo rifornirci in carburante, olio motore, lavare il motore dal fango e fare provviste; birra compresa. Invano Bega cerca una banca dove prelevare contanti. Le uniche due della cittadina sono fuori servizio. All'ospedale Daniele ripete il test per la malaria che risulta essere negativo. Ottima notizia! Usciamo da Odiénné quando comincia a piovere. Guidiamo sotto una pioggia sempre più insistente finché é il momento di cercare un posto per la notte. A nessuno dei due piace l'idea di uscire dalla macchina senza un riparo efficace sulla testa. Entrati a Linguesso, la pioggia è torrenziale e la strada è allagata da fiumi di fango. Rallentiamo, e ci fermiamo davanti ad uno spiazzo che si rivela essere il piazzale di una scuola. La tettoia dell'edificio sarebbe un ottimo riparo, ci diciamo. Siamo fermi da poco quando dagli specchietti vediamo due ragazzi correrci incontro, incuranti della pioggia. Ci affiancano e chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa. Hanno 18-20 anni. Gli spieghiamo che vorremmo ripararci sotto la tettoia della scuola e loro immediatamente ci danno il benvenuto a Linguesso e ci fanno strada. Usciamo di corsa dalla macchina e ci ripariamo con i nostri nuovi amici sotto la tettoia. Si tolgono le magliette inzuppate e diamo loro un asciugamani per asciugarsi. Rimaniamo al coperto una mezz'ora, e quando la pioggia finalmente si calma andiamo a parlare con il maestro della scuola, il signor Bakayoko Lacia Moussa. Ci accoglie calorosamente e ci da il benveuto nel villaggio. Ci fa accomodare sotto una tettoia in paglia e ci offre dell'ottima acqua ghiacciata. Spieghiamo che siamo di passaggio e che cerchiamo un posto riparato per la notte. Immediatamente chiede di seguirlo fino alla scuola dove ci apre il suo ufficio e una delle tre aule della scuola. "Avete due scelte, ufficio o aula" dice con un sorriso "scegliete quella che preferite". Ringraziamo risponendo che ci basta la tettoia esterna per ripararci dalla pioggia e che per il resto siamo a posto. Il signor Bakayoko ci mette a disposizione la corrente elettrica per ricaricare cellulari e le batterie della macchina! In poco tempo vengono a farci visita una ventina tra bambini, ragazzi ed adulti. Ci sediamo tutti sulle sedie della scuola e discutiamo fino a notte innoltrata. Offriamo arachidi, thé e cioccolata calda. La scuola conta 110 alunni divisi in sette anni. Il maestro Bakayokoci spiega quanto sia difficile tenere i ragazzi a scuola. Le famiglie hanno bisogno di aiuto nei campi. "La scuola è un investimento per il fututo" dice Bakayoko. Finiamo la serata ascoltando musica locale dai cellulari di alcuni ragazzi.

Piove a dirotto fino a mattina. E' Tatà a svegliarci. E' riuscita ad abbindolare il guinzaglio e la lunga corda al tavolo da campeggio che fluttua a mezz'aria capovolto mentre Tatà tira come un mulo. Appena scendiamo dalla tenda, comincia un via vai di persone che passano a darci il buongiorno e riamangono a farci comagnia. Foto di rito, salutiamo il direttore e un maestro della scuola e continuiamo per la nostra strada.

 

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