AfricAndMore

 
La Grande Oasi

La Grande Oasi

15.05.2012 (Guelmim / Maroco)

Per gli abitanti di Guelmim, la tranquilla cittadina è chiamata la "Porta del Deserto". Da qui comincia un paesaggio montagnoso e arido che precede le grandi distese di sabbia e le dune del Sahara Occidentale che cominciano a partire da Tan Tan. Questa parola, che in arabo significa proprio deserto, evoca beduini, carovane e mitici racconti. Da Guelmim via bisogna percorrere, quasi in linea retta, 1300 chilometri prima di raggiungere il confine con la Mauritania. Guelmim è stato un importantissimo crocevia di carovane. L'ultima grande carovana ha raggiunto Guelmim alla fine degli anni sessanta. Purtroppo, la suddivisione del deserto con le nuove frontiere africane definite dai colonizzatori europei, hanno interrotto il passaggio delle carovane. La frontiera tra Algeria e Marocco è stata militarizzata e minata, rendendo il passaggio molto difficile. Famiglie ed interi popoli sono stati separati da semplici tratti disegnati sulle cartine. Il trasporto di mercanzie viene effettuato oggigiorno a bordo di meno aggrazziati (ma più rapidi) fuoristrada. E' a Guelmim che esiste l'ultimo mercato di dromedari!


Conosciamo al bar Aladdin, Azis, un geofisico incaricato da una compagnia petrolifera di cartografare la presenza di giacimenti di gas di ciste nel nord dell'Africa, e il suo compare Boujemaa, un naturalista che lavora in un parco a 250 chilometri a sud di Guelmim. Ci invitano a passare la notte nella Grande Oasi, l'ultima di grandi dimensioni prima del deserto. Appena sistemati, siamo invitati nella tenda di un beduino nomade. Il posto è da favola. Una miriade di palme da dattero, verde e tranquillità assoluta. In lontananza i giovani si incontrano per intonare canti accompagnati da un tamburo. Ci sediamo sui tappeti sotto la tenda e ci godiamo l'ombra sorseggiando del thé. Oggi abbiamo raggiunto i 42 gradi! Servire il thé è una cerimonia. La teiera in argento viene scaldata sulla brace. Thé verde con aggiunta di menta fresca e una dose massiccia di zucchero. "Il whisky del deserto" come molti marocchini lo chamano scherzando. "A zero gradi di alcool" aggiugono altri. L'infuso viene lasciato riposare ed in seguito servito. Vengono riempiti tre o più bicchieri che vengono quindi rivesati nella teiera per miscelare aromi e zucchero. La teiera viene alzata molto al di sopra dei bicchieri, in modo da creare una schiumetta nei bicchieri. Prepariamo in seguito una tagjne di dromedario (!!!) con cipolle e pomodori. La serata continua sorseggiando vino e thé fino a notte innoltrata. Il beduino, seduto su di una pelle, ci osserva tranquillo e ci racconta dei tempi passati delle grandi carovane tra Algeria, Mauritania, Sahara e Marocco. Politica, Corano, scienza, tardizioni, filosofia e astronomia fanno da contorno nelle lunghe ore passate in compagnia.

 

Valid XHTML 1.0 Transitional CSS Valide !

©2011-2018. All rights reserved.