Suisse - Dakar
05.06.2012 (Dakar / Senegal)
Quando entriamo nella città di Dakar, Chiara, la voce del nostro navigatore satellitare, ci avverte gentilmente che mancano ancora 30 chilometri per raggiungere il quartiere Medina nel centro città. Dakar è enorme. Il traffico è estremamente intenso e ci vuole un attimino per capire le regole di base della circolazione. Il primo che clacsona ha la precedenza, sempre restare appiccicati alla macchina che precede e vale la regola del più forte. Inutile forzare la precedenza ad un camion, per esempio... Le persone, biciclette, carretti trainati da cavalli, scooters e vari rendono il tutto piuttosto sportivo. Malgrado la famiglia di Cheikh sia in lutto per la recente morte del suo fratello maggiore, veniamo accolti in casa con tutti gli onori. L'ospitalità e il condividere sono per i senegalesi valori importantissimi. Abbiamo tanto da imparare in Europa. Secondo tutte le guide è fortemente sconsigliato passeggiare per Dakar dopo il tramonto. Noi rimaniamo fuori fino alle ore piccole e dormiamo in strada, montando la tenda sul tetto della macchina davanti a casa della nonna di Cheikh. Quando ci svegliamo è pronto il Cafe Touba, una miscela tra il chicco di caffè e il pepe longum officinarum tostati e macinati, e pane e burro. Nei giorni seguenti siamo sistemati in due diversi appartamenti. A guardia del secondo c'è "Popo", una scimmietta schizzata legata con un paio di metri di corda. Passiamo le giornate con ritmi tranquilli. Partecipiamo al lutto di quattro giorni con la famiglia, facciamo il bagno con i bimbi nelle spiagge poco distanti, pratichiamo la lotta senegalese sulla sabbia e ci godiamo le prime birre seduti ad un bar dopo due mesi di astinenza. In Marocco le birre si trovano solo in pochi negozi per turisti e in Mauritania l'alcool è proibito e negli ultimi due mesi i controlli si sono intensificati. Impariamo anche a mangiare con le mani couscous, carne e pesce. Non è facile. Si usa esclusivamente la mano destra (la sinistra porta sfortuna e viene usata per andare in bagno) e con un pezzo di pane si prepara il boccone. Oppure si comprime nel palmo della mano il cibo in maniera da farne una pallottola. Per strada stringiamo la mano a tantissime persone, ci si saluta sempre e i bimbi ci seguono a dozzine per riuscire ad accarezzare Tatà. Siamo spesso "chez Rose" per un caffé latte e per connetterci ad internet. Il proprietario Roland, un francese che vive in Senegal da oltre due decenni, ci accoglie subito in maniera accogliente e ci aiuta per trovare un posteggio sorvegliato per la Patrol. Passiamo dei bei momenti con Scheikh, i suoi fratelli Alin e Omar e Richard, un giovane svizzero che ha viaggiato dall'Italia fino in Mauritania in bicicletta, deserto del Sahara compreso!!! Siamo spesso ospiti di Abdu, l'Imam della Grande Moschea di Dakar, che prega per noi e per proteggere le nostre famiglie. La diciassettenne Marie, cugina di Cheikh, si prodiga invece per insegnarci le basi di Uolof anche se un tantino frustrata per la nostra scarsa pronuncia. Nanga def (ciao). No toudou? (come ti chiami?). Waw (si). Dédéte (no). Nba ya ngi si diam? (come stai?) . Beugué na trop Sénégal! (Mi piace molto il Senegal!).