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Più al sud non si può

Più al sud non si può

10.03.2013 (Cape Agulhas / Sudafrica)

Attraversiamo gli splendidi panorami del Great Karoo. Territorio arido e aspre colline che la luce del sole modifica in continuo. All’alba le ombre si accorciano velocemente, il blu scuro lascia spazio a pareti di roccia e sabbia rosse, gialle e addirittura rosa. Il tutto con una velocità stupefacente. Oggi abbiamo viaggiato tanto. Voltiamo finalmente al sud e il semi-deserto lascia spazio a vallate e canyon ricoperti di vigneti. L’odore di uva fermentata inonda l’aria. La vendemmia non dev’essere lontana. Per quasi cento chilometri la bussola punta un sud perfetto e poi… la strada finisce. Finisce in due oceani, nelle calde acque dell’Indiano e in quelle fredde dell’Atlantico. Più a sud non si può! E come testimonianza (per i più increduli come noi) una targa riporta “You are now at the southern-most tip of the continent of Africa” (vi trovate nel punto più a sud del continente africano). Non osiamo avvicinarci. Non ancora. Ci sediamo per terra e brindiamo il nostro arrivo a Cape Agulhas con un fresco sauvignon blanc “Two Oceans”. Le parole sono rare e le emozioni contrastanti: la strada percorsa è dietro di noi e l’arrivo così vicino. Poi Benjamin si alza, si avvicina alla lapide e, saltellando in maniera bizzarra, traccia delle righe con il piede nella ghiaia. Ventitré segni in fila. Ognuno corrisponde ad un paese attraversato. Ci posizioniamo sul primo che rappresenta la Svizzera, la partenza e, mano a mano, saltiamo sul prossimo. Ricordiamo gli aneddoti più importanti, le avventure più incredibili e gli incontri che ci hanno segnato. Francia, Spagna, Marocco, Sahara Occidentale e così via. “Ma ti ricordi l’impantanata epica di 27 ore alle porte del Sahara?”, “E gli amici di Dakar?”, “Che splendido paese il Mali!”, “E la malaria?”, “Chissà come stanno nel villaggio di Mélapleu nella Costa d’Avorio?”, “Che fuga che ci siamo fatti da quell’alberghetto in Nigeria”, “quanto fango sull’Ekok-Mamfé…”, “E il rinoceronte natalizio?”. Riviviamo il viaggio. In alcuni paesi ci soffermiamo di più, in altri meno. Poi saltiamo insieme sull’ultimo segno sul terreno, il Sudafrica e poi… hop, saltiamo sulla pietra del Capo Agulhas, il punto più a sud d’Africa. Strette di mano, fotografie e abbracci fraterni. Più al sud non si può!

 

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