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Rinoceronti bianchi

Rinoceronti bianchi

11.02.2013 (Hlane Royal National Park / Swaziland)

Per chi adora la natura, il sogno è di avere un parco nazionale tutto per se. Ed è quello che ci succede. Nel Hila Royal National Park oggi siamo i soli visitatori. 22'000 ettari di fitta prateria tutti per noi. Non facciamo due metri con la macchina che, a piedi, a pochi metri dalla reception, avvistiamo tre rinoceronti bianchi. Tre rarissimi rinoceronti bianchi. A bordo della Patrol ne avvistiamo pure degli altri, con i loro corni lunghissimi. Maestosi mammiferi di oltre due tonnellate che si muovono eleganti senza fare rumore. Li osserviamo a lungo mentre si godono un bagno ristoratore. Non siamo che a 30 metri di distanza. Vediamo anche elefanti, gnu, facoceri ed una giraffa che si avvicina curiosa verso di noi. Non ci è dato sapere quanti rinoceronti bianchi e neri vi siano nel parco. “E’ per la loro sicurezza, per proteggerli dai bracconieri” ci dice un ranger. Eh si. Sotto il disinteresse dei media e del pubblico, la sorte dei rinoceronti sembra essere segnata. Una specie di conto alla rovescia che, giorno dopo giorno, li vede diminuire di numero. E la cifra finale è chiara: zero. Dimenticate il bracconiere vecchio stile che segue le orme dell’animale. Oggi la caccia viene effettuata con le migliori tecnologie. Da un elicottero un dardo addormenta l’animale che a terra viene fatto fuori a colpi di AK-47 (Kalashnikov). E se non viene finito fa niente, il corno viene tagliato a colpi di machete o con una motosega mentre è ancora sotto l’effetto del narcotico o agonizzante. Le misure messe in atto per la protezione del rinoceronte sono enormi, ma non ancora pienamente efficaci e i rangers vengono uccisi durante scontri a fuoco nel bush mentre cercano di proteggerli. Dall’inizio dell’anno (quindi in 40 giorni), solo il Kruger National Park in Sudafrica ha perso 20-30 rinoceronti. In compenso proprio ieri tre bracconieri sono stati catturati nello stesso parco (18 anni di detenzione secondo il codice penale del Sudafrica). Ma il bello è l’utilizzo del corno di rinoceronte: per medicina tradizionale in paesi asiatici, principalmente Cina, Thailandia, Vietnam. Per curare un raffreddore insomma. E il peggio è che il corno di rinoceronte è principalmente composto di chitina, la stessa materia delle nostre unghie. Qualcuno ha proposto di raccogliere le nostre unghie tagliate e di spedirle in Asia. Vale assolutamente la pena leggere “The Last Rhino” di Lawrence Antohony (2012).

 

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